Appunti di vita: ogni volta che mi accade di essere felice

Oggi è quel giorno della settimana in cui mi sono ripromessa di ripensare alle cose belle successe negli ultimi 7 giorni e scriverne. E, però, oggi il mio umore rispecchia il cielo: una grigia distesa uggiosa e novembrina, tanto che a un primo sguardo direi proprio che di cose belle in questa settimana non ce ne sono state.

Non un gran risultato, a dire il vero. Alla terza settimana di ricerca della “felicità nelle piccole cose” già crollo?

Forse, però, potrei provare a ribaltare le cose che mi appaiono così cineree per tirarne fuori qualcosa di buono.

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Appunti di vita: ogni volta che mi accade di essere felice

È finita un’altra settimana nel mondo dei colletti bianchi e blu, dove a scandire il tempo è il weekend all’antica, quello tradizionale che cascasse il mondo il sabato e la domenica sono giorni di riposo sacrosanto.

Per tanto tempo l’ho inseguito come un miraggio, il mito del fine settimana: quando lavoravo su turni e non era certo stare a casa neanche il giorno di Natale.
Poi tutto è cambiato perché, come dicevamo settimana scorsa, la vita è fluida e si modifica in un battibaleno. E adesso che quel santissimo weekend ho la fortuna di viverlo come una festa lo attendo con gioia, sì, ma non ne faccio una malattia; nel senso che cerco un po’ di bello anche negli altri giorni della settimana, e non mi limito a vivere in attesa di sabato e domenica, un comprensibile malanno che attanaglia in tanti.

E quindi ecco cosa mi è capitato di bello in questa prima settimana d’autunno in cui l’autunno sembra arrivato davvero (spoiler).

Cose belle che capitano, settimana dal 6 al 12 ottobre

Ma che, finalmente è arrivato l’autunno per davvero?! Evviva! Il caldo non lo sopportavo più. Avevo voglia del cambio di stagione, un desiderio fortissimo, per quanto ammetta che apprezzavo la rapidità con cui continuavano ad asciugarsi i panni.
In fondo sono un po’ come Hannah, il personaggio di The O.C. che veniva da Pittsburgh e a un certo punto della serie dice che no, lei in California non ci può stare perché le manca il susseguirsi lento delle stagioni, e allora esce di scena e tanti saluti a Hannah di Pittsburgh. Ecco, così.
In effetti iniziavo anche io a prendere in considerazione l’idea di trasferirmi più a nord, che so, a Parigi o forse a Dublino – che almeno parlo la lingua.

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L’ecografia morfologica ci ha confermato che tra pochi mesi la nostra casa si tingerà di… Rullo di tamburi… Rosa, questa volta! Che ve lo dico a fare, dopo tanti anni immersa in tristi vestiti per maschietto ho già iniziato a fare uno shopping folle che ci porterà presto alla bancarotta ma, capitemi, tra gli abiti da bimbo e quelli da bimba c’è un abisso che mi vilipendeva da  quasi 5 anni.
Comunque, al di là dei nostri imminenti problemi finanziari e delle quisquilie modaiole, un grande evviva!

Leonardo è un amore come (quasi) sempre, e mentre vagavamo per l’Ikea in cerca di idee per la cameretta da rifare – al momento abbiamo ancora la nursery di Leo riadatta per il bimbo che cresce (ergo il lettino a sbarre è stato sostituito con uno più grande) – si è fermato felice in mezzo al percorso consigliato, nel flusso implacabile dei clienti del sabato pomeriggio, urlando davanti a una culla “Guardate! La possiamo comprare per la nostra bambina!”. Amore. Si è addolcita pure la folla inferocita dall’ingorgo.

Ho provato alcune ricette nuove e mediamente salutari (esami del sangue in vista, e il cielo sa quanto voglia evitare il mostruoso esame per il diabete gestazionale): alcune le ho trovate online, altre le ho inventate mescolando spunti trovati qua e là con il mio gusto. Uno su tutti lo spezzatino di tofu e verdure al curry, figlio di una sera in cui mi sentivo gastronomicamente etnicheggiante.
Magari vi metto la ricetta, se alla seconda preparazione mi sembra ancora accettabilmente buono (la prima prova, si sa, è falsata dall’entusiasmo).

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Mi sono lasciata sommergere dalle coccole sul divano, dimenticando per un po’ tutto quello che c’era da fare, stretti in un abbraccio a tre con il cane, geloso per essere stato escluso, che ci leccava il naso un po’ per uno non fa male a nessuno.
Mi sono coccolata da me, con un bagno bollente con la schiuma, una tazza di latte e miele e un sacco di biscotti, in barba agli esami del sangue prossimi e venturi.

Ho riacceso le candele, la mia preferita al momento è un moncherino di Yankee Candle sopravvissuto all’inverno 2018, Cinnamon Stick, in attesa di trovare una nuova fragranza per il 2019.

Ho ricomprato, tra sensi di colpa e lacrime di coccodrillo, il mio struccante preferito. È Take the day off della Clinique, e in effetti ti leva tutta la stanchezza e il trucco della giornata dagli occhi e le guance con un solo gesto delicato. Io l’adoro.
Anche questo, in fondo, rientra nelle coccole.

Ah, e ho iniziato un nuovo libro. Però quello, se mi piace, ancora non lo so.

 

Appunti di vita: ogni volta che mi accade di essere felice

Se avessi una moneta per ogni volta che ho dimenticato un coriandolo di felicità vissuta, probabilmente adesso non sarei comunque ricca, ma potrei permettermi un breve viaggio a Londra, per mangiare di nuovo gli squisiti noodles di Camden Town prima che Brexit renda potenzialmente tutto più complicato. Ah, e Fish&Chips. Non si può andare a Londra e non abbuffarsi di Fish&Chips.

Così ho pensato che in effetti potrei scriverne, di ogni volta che mi accade di essere felice, anche solo per il tempo di un baluginio negli occhi, per fissarlo nella mente a colpi di loctite (e di tastiera).
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