Appunti di vita: ogni volta che mi accade di essere felice

Non può piovere per sempre, e la pioggia infinita di questo novembre pare ce la siamo lasciata alle spalle – il che mi pare un ottimo incipit per l’ormai solita rubrica riguardo le cose belle della settimana. Continua a leggere Appunti di vita: ogni volta che mi accade di essere felice

Terzo trimestre: pensieri e ragguagli sulla seconda gravidanza all’inizio del settimo mese

Barcamenarsi nel caos dei mesi di gestazione è cosa tutt’altro che semplice, anche quando ci sei già passata una volta e dovrebbe tutto essere più conosciuto. In realtà il complicato conteggio delle mensilità viene rimosso in tempo zero, e a distanza di quattro anni nel cervello non c’è altro che una tabula rasa.

Ci ho messo un buon quarto d’ora ma, calendario alla mano, sono infine riuscita a capire (forse) che proprio oggi entro nel settimo mese, varcando la soglia del terzo trimestre: quello più duro, dicono; quello che alla fine ti scoccia e non se ne può più; quello delle caviglie gonfie e i calci da karateka dal di dentro della pancia; quello che vorresti piegarti per allacciare le stringhe ma col piffero che ce la fai.

Le differenze con la prima gravidanza non si contano. È cambiata la gestazione, è cambiato il contesto, sono cambiata io.
Quand’ero in attesa di L. ho riposato tanto. Dormivo fino a tardi e passeggiavo spesso, complice la necessità di staccare prima dal lavoro (sono andata in maternità anticipata) e l’assenza di pargoli in età prescolare per casa. Cucinavo, mi coccolavo con lunghe docce e frizioni di oli vari, mi dilettavo a cucinare cibo sano e girovagavo per negozi per neonati.

Oggi il riposo è qualcosa che non vedo nemmeno con il binocolo: L. mi vuole per sé, la casa (più grande di prima) pure, il cane ha le sue esigenze, e per il momento continuo a lavorare la giornata piena.
P., mio marito, mi aiuta ma, ‘nzomma, non è che apporti grandi vantaggi (voi non diteglielo però, che lui s’impegna tanto). Dormo pochissimo, e la forzata limitazione della caffeina non aiuta. E nemmeno l’astensione da un sacrosanto e rilassante calice di vino ogni now and then, come dicono le persone cool.

A dirla tutta, nonostante buona parte dei nove mesi siano dietro alle mie spalle e non possa sdraiarmi senza ricevere un calcione nello stomaco, abbia avuto nausee e acidità di stomaco e stia soffrendo molto di più i malesseri tipici della gestazione rispetto alla prima gravidanza, non credo di essere ancora consapevole al 100% di essere incinta.
Quasi come non abbia il tempo di pensarci nella quotidianità, spesso e volentieri mi dimentico di questo pancione, salvo poi avere un’improvvisa illuminazione quando mi accorgo che no, in questo piccolo spazio non ci passo, o che arrampicarmi per raggiungere il maglione in cima all’armadio mi costa più fatica del previsto. O tutto il resto. Sarà anche che indosso quasi sempre vestiti larghi e quasi nessuno si accorge della situazione, se non esplicitamente informato, e dunque non ricevo mai alcuna piccola premura (saltare le file al bagno e quelle cose lì).

È una sensazione ben strana, e non avulsa da qualche senso di colpa per la poca attenzione che mio malgrado dedico a me stessa (e indirettamente a V.) durante questo periodo delicato.

Comunque sia, nel trimestre che ho davanti sarà doveroso entrare al davvero nell’ottica del parto in avvicinamento.
Dovremo scegliere un ospedale e visitarlo, organizzarci logisticamente per la gestione di L. mentre sarò ricoverata, preparare il borsone da portare con me, tirare fuori da solai e cantine (e pulire) quel che si può riciclare e comprare il resto. Preparare L., e prepararci a dare il meglio di noi come genitori, per gestire probabili gelosie e altrettanto probabili carenze di sonno.

Per ora L. sembra aver preso bene la notizia dell’arrivo della cicogna, ma credo che dopo la nascita qualche piccolo screzio sarà inevitabile: a quattro anni non dev’essere per nulla facile passare da essere l’unico cocco di casa a fratello maggiore, con le piccole responsabilità quotidiane che questo ruolo comporta.
Un aneddoto: è stato pochi giorni fa che, parlando a V. attraverso il mio ombelico, L. l’ha così informata: “Ciao V., sono L. Io sono il tuo capo“. Mette subito le cose in chiaro, molto bene. Molto, molto bene. Forse sarà più dura del previsto.

Ci aspettano mesi intensi davanti ma, ehi, come si dice: il meglio deve ancora venire.

Appunti di vita: ogni volta che mi accade di essere felice

Settimana di pioggia e sconquassi, quella passata.
Nella tempesta di notizie agghiaccianti e reazioni peggiori, nelle punte di bassezza raccontate e raggiunte dai media, nel declino più totale della nostra società ormai allo sbando, nella tempesta di fake news da evitare che però poi c’è chi non s’informa e le prende per vere, ecco, in questo pandemonio delirante cerco di raccogliere le cose belle della settimana in un ampolla delicata che m’illumini i sette giorni a venire.

Un passetto per volta si arriva dappertutto, anche in un mondo migliore.

Cose belle che capitano, settimana dal 18 al 24 novembre

È arrivato e passato il compleanno di L., il quarto. Lui era davvero felice. Mi rende felice, vederlo felice. Insomma, tutto un brodo di giuggiole giuggiolose.
Siamo andati in giocheria a scegliere un regalo, e tra mille balocchi lui ha optato per i Lego Duplo, scaldandomi un po’ il cuore; ha appena iniziato ad apprezzare le costruzioni, e sono contenta che si dedichi a questa attività piuttosto che a simulare lotte mortali tra animali o supereroi. Piccole soddisfazioni.

Sempre in ottica compleanno, abbiamo comprato senza sapere fosse tascabile un edizione tascabile di “Dov’è Wally?. È stato un po’ come tornare bambina.
E siccome il libro è davvero mignon, viene venduto corredato da una piccola lente d’ingrandimento. Davvero, davvero divertente.

È stata anche una settimana prolifica da un punto di vista letterario: ho terminato il mio primo audiolibro (la recensione tra poco online) e quasi finito un ebook che mi sta prendendo assai, “Kafka sulla spiaggia“; sto proseguendo anche con “Lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta”, anche se un poco più lentamente per la concentrazione che mi richiede la comprensione della filosofia nel testo.
Attendo con ansia il Black Friday per rimpinguare la libreria.

La stagione dei panettoni è stata ufficialmente aperta, e l’ho inaugurata con un Tartufone carico di cioccolato inzuppato nel latte caldo, a colazione.

Mi è comparsa un’insopportabile afta sulla lingua, ma ora sta guarendo; a dispetto della suddetta afta nel pieno della sua espansione, giovedì ho sorriso alla signora allo sportello dell’anagrafe, nonostante si stesse mettendo d’impegno per farmi perdere le staffe.
Ma io non ho ceduto, mostrando un aplomb degno dei migliori giocatori di poker. Touché, signora allo sportello: non avrai i miei sbuffi esasperati.

E con questa dimostrazione di controllo sui miei istinti primordiali – che mi avrebbero voluto urlante e stizzita ma che ho dominato con su sorriso, vi saluto.

Con questa rubrica ci vediamo settimana prossima e, mi raccomando, non arrabbiatevi con chi non merita la vostra attenzione. Ciao!

Il libro del mese: Lolita di Vladimir Nabokov

Non mi è ancora passata questa voglia di riprendere in mano i classici della letteratura, che per troppo tempo ho bistrattato a favore di libri più leggeri che però spesso, dopo aver raggiunto l’ultimo punto dell’ultima pagina, mi lasciavano priva di emozioni.

Negli ultimi sette mesi ho letto Fitzgerald e Destoevskij, ripreso in mano Shakespeare e Nietzsche, terminato un paio di classici moderni che ti consiglio molto e per ultimo Lolita, su cui oggi mi voglio soffermare, con risultati altalenanti.

Si tratta di letture in grado di regalare tanto a chi, nel vortice della frenesia quotidiana, trovi la voglia più che il tempo di dedicarvisi.
Perché si tratta di pagine faticose – nessuna vergogna nell’ammetterlo. Sforzandosi però di superare qualche capitolo-scoglio che richiede più impegno (accade soprattutto a chi legge di sera, lasciando agli autori il compito di cullare la mente stanca e accompagnarla nel mondo dei sogni), si ottiene in cambio la pienezza di una bella storia raccontata bene e un immenso appagamento dell’ego.

Incuriosita dal libro di Azar Nafisi, ho trovato finalmente il coraggio di buttarmi – con un po’ troppo entusiasmo, forse – su un titolo che da tempo desideravo aggiungere alla mia libreria: Lolita di Vladimir Nabokov.
È stato un viaggio strano, spesso faticoso ma altrettanto di frequente ipnotizzante; un’incursione in un mondo disegnato attraverso parole barocche e immagini ben definite, terminata con una buona dose di soddisfazione, un sospiro di sollievo e un pugno nello stomaco.

Quello che mi è rimasto in saccoccia è una grande ammirazione per la prosa dell’autore, che da profana trovo a tratti poetica: Nabokov non scrive ma dipinge immagini e gira lunghi cortometraggi solo con l’uso delle parole, tentando per tutto il libro di catturare attimi nevralgici in fotografie dattilografate.

Il lettore viene trascinato all’interno del punto di vista di Humbert Humbert, ma allo stesso tempo prova repulsione per i suoi pensieri e le sue azioni – quelli di un depravato travestito da signore.
Le pagine di questo libro compiono una magia: attrarre e repellere, insieme.

Nessuno stupore allora se questo libro causò grande scandalo nel momento della sua pubblicazione, prima di entrare a tutti gli effetti nell’Olimpo della letteratura, tanto da aver creato un nuovo vocabolo: oggi “lolita” fa infatti parte della lingua italiana; citando la Treccani:

Adolescente precoce, che, anche per i suoi atteggiamenti maliziosi, già suscita desiderî sessuali, spec. in uomini maturi; ninfetta.

Ho trovato Lolita un libro complicato, spesso di difficile lettura ma a suo modo insostituibile nella lista degli “una volta nella vita”.
Mi fermo qui, non essendo in grado di procedere con analisi tecniche né considerando questa la sede per più letterari approfondimenti.

Tutto quello che vi posso dire, umilmente e senza pretese, è che leggere Lolita sicuramente vi regalerà una sensazione: quale sia, vi lascio il piacere di scoprirlo in prima persona leggendo il capolavoro di Nabokov.

Appunti di vita: ogni volta che mi accade di essere felice

Piove. Abbiamo messo gli stivali di gomma e l’impermeabile, e sulla strada per l’asilo abbiamo saltato nelle pozzanghere.
Certo, l’abbiamo fatto di fretta: la mia campanella del mattino suona presto, e alle 8:00 devo essere in ufficio; per questo appena svegli iniziamo a correre, anzi, corriamo più che in tutto il resto della giornata.
Ma cinque minuti per le pozzanghere sono da trovare per forza, a costo di fare tardi al lavoro. Continua a leggere Appunti di vita: ogni volta che mi accade di essere felice

10 irresistibili idee regalo per il tuo cane

La notte più magica dell’anno si avvicina, e come ogni anno sotto al nostro albero non potrà mancare un piccolo pacchetto destinato al nostro fedele amico a 4 zampe.

Certo, per far felice il nostro cane non ci vuole poi molto: basterebbe cucinarle un filetto di manzo (ma a ben vedere anche una fettina di lonza bollita è per lei una gioia grandissima). Per appagare la mia insana e folle voglia di fare regali natalizi, comunque, anche questo 25 dicembre voglio spingermi oltre e impacchettare per lei qualcosa di più duraturo.

Se anche tu sei una Christmas Crazy Shopper e non resisti alla tentazione di fare un regalo di Natale al tuo cagnolino, ecco 10 idee alle quali non saprai resistere! Continua a leggere 10 irresistibili idee regalo per il tuo cane

Pensiero. Di docce novembrine e sorrisi all’incontrario

Sono giornate uggiose d’autunno, delle quali anche io come Battisti mi domando il colore – quello che spunta da uno spiraglio del monotono pastrano che avvolge l’aria e il cielo.

La doccia bollente è, in questo periodo dell’anno, uno dei momenti migliori della giornata, seguito a ruota dal rintuzzarsi sotto il piumone alla sera, guardando cartoni animati o leggendo libri per bambini insieme a L.
In quel cubicolo stretto, con il getto forte diretto sulla nuca e respirando il vapore reso aromatico dal bagnoschiuma, le tensioni si sciolgono e riesco infine a scoprire i colori più vividi del cielo. Continua a leggere Pensiero. Di docce novembrine e sorrisi all’incontrario

Appunti di vita: ogni volta che mi accade di essere felice

Lo so, lo so. Ho saltato a piè pari l’appuntamento della scorsa settimana, dopo avere promesso aggiornamenti in diretta dalla Ville Lumiere. Abbiate pazienza, ho ceduto alla stanchezza e mi sono lasciata tentare dal candore delle lenzuola e da un materasso morbido.

Recupero questa settimana, con l’elenco delle cose belle che spero possano ispirarvi a cercare i barlumi di gioia all’interno di questa settimana di pioggia, gelo (s’è aperta la porta atlantica, dicono; un’immagine molto bella per descrivere pioggia a catinelle) e notizie nefaste nella cronaca, sui giornali e in tivù. Continua a leggere Appunti di vita: ogni volta che mi accade di essere felice

La descrizione di un bacio

Dal mio ex-blog Pannolini&Decollètè. Una delle tante lettere a mio figlio.

Nota per L., il mio bambino:
Amore mio, aspetta un po’ prima di leggere questa pagina. È sempre meglio 
imparare con le proprie ossa come ogni bacio sia un racconto unico che due persone scrivono rubandosi la penna.
E se cambia la persona, cambia anche la storia; ma quando la narrazione è così bella, gli innamorati ne bevono senza saziarsi ancora e ancora, e la sua musica accompagnerà le loro vite per sempre, dentro al bene e in fondo al male. Continua a leggere La descrizione di un bacio