Settimana di pioggia e sconquassi, quella passata.
Nella tempesta di notizie agghiaccianti e reazioni peggiori, nelle punte di bassezza raccontate e raggiunte dai media, nel declino più totale della nostra società ormai allo sbando, nella tempesta di fake news da evitare che però poi c’è chi non s’informa e le prende per vere, ecco, in questo pandemonio delirante cerco di raccogliere le cose belle della settimana in un ampolla delicata che m’illumini i sette giorni a venire.
Un passetto per volta si arriva dappertutto, anche in un mondo migliore.
Cose belle che capitano, settimana dal 18 al 24 novembre
È arrivato e passato il compleanno di L., il quarto. Lui era davvero felice. Mi rende felice, vederlo felice. Insomma, tutto un brodo di giuggiole giuggiolose.
Siamo andati in giocheria a scegliere un regalo, e tra mille balocchi lui ha optato per i Lego Duplo, scaldandomi un po’ il cuore; ha appena iniziato ad apprezzare le costruzioni, e sono contenta che si dedichi a questa attività piuttosto che a simulare lotte mortali tra animali o supereroi. Piccole soddisfazioni.
Sempre in ottica compleanno, abbiamo comprato senza sapere fosse tascabile un edizione tascabile di “Dov’è Wally?“. È stato un po’ come tornare bambina.
E siccome il libro è davvero mignon, viene venduto corredato da una piccola lente d’ingrandimento. Davvero, davvero divertente.
È stata anche una settimana prolifica da un punto di vista letterario: ho terminato il mio primo audiolibro (la recensione tra poco online) e quasi finito un ebook che mi sta prendendo assai, “Kafka sulla spiaggia“; sto proseguendo anche con “Lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta”, anche se un poco più lentamente per la concentrazione che mi richiede la comprensione della filosofia nel testo.
Attendo con ansia il Black Friday per rimpinguare la libreria.
La stagione dei panettoni è stata ufficialmente aperta, e l’ho inaugurata con un Tartufone carico di cioccolato inzuppato nel latte caldo, a colazione.
Mi è comparsa un’insopportabile afta sulla lingua, ma ora sta guarendo; a dispetto della suddetta afta nel pieno della sua espansione, giovedì ho sorriso alla signora allo sportello dell’anagrafe, nonostante si stesse mettendo d’impegno per farmi perdere le staffe.
Ma io non ho ceduto, mostrando un aplomb degno dei migliori giocatori di poker. Touché, signora allo sportello: non avrai i miei sbuffi esasperati.
E con questa dimostrazione di controllo sui miei istinti primordiali – che mi avrebbero voluto urlante e stizzita ma che ho dominato con su sorriso, vi saluto.
Con questa rubrica ci vediamo settimana prossima e, mi raccomando, non arrabbiatevi con chi non merita la vostra attenzione. Ciao!