Il ponte di Ognissanti è ormai da un paio d’anni la scusa perfetta per la nostra fuga a Parigi, la città che (insieme a Milano, va detto) occupa un posto speciale nel mio cuore e nelle mie fantasie.
Quest’anno ne abbiamo approfittato per aggiungere una capatina a Disneyland Paris, giusto per non farci mancare niente.
Come arrivare a Parigi: il viaggio
Parigi non è poi così lontana, e i mezzi per raggiungerla sono parecchi: c’è il treno, un’opzione che da sempre mi affascina per la sua comodità e l’allure vintage che la circonda; in particolare, mi piacerebbe viaggiare di notte, dormendo in cuccetta per svegliarmi fresca e riposata nel centro della capitale francese.
Parigi è raggiungibile anche in auto: il viaggio non è molto più lungo di quello che per tanti anni abbiamo sostenuto in agosto alla volta della Puglia, ma per un soggiorno di tre notti non siamo certi che il gioco valga la candela – ovvero che la permanenza valga la fatica.
Sicuramente ci saranno anche dei bus che collegano Milano a Parigi, anche se devo ammettere che tra le tante possibilità questa è quella che trovo meno attraente, e infatti non mi sono mai informata.
Tra le tante opzioni a disposizione, comunque, anche quest’anno siamo andati sul banale e abbiamo prenotato due voli mattutini Easyjet da Linate a Charles De Gaulle – e ritorno.
L., il bambino di anni 3, paga biglietto intero e ha diritto al suo bagaglio a mano, oltre a due colli gratuiti a scelta tra una selezione di attrezzatura per bambini esplicitata nei dettagli sul sito della compagnia low cost, che noi abbiamo sfruttato per portare un passeggino da battaglia.
Le alzatacce, devo ammetterlo, sono pesate più a me che al piccolo di casa. E se la sveglia alle 5.00 è stata accettabile, quella che è squillata alle 3.00 per il rientro si è dimostrata un vero e proprio trauma, recuperato solo e in parte con un paio d’ore di sonno integrativo appena varcata la soglia di casa.
L’aeroporto Charles De Gaulle è ben collegato al centro di Parigi dalla RER-B, che ahimè era in parte chiusa per lavori al nostro arrivo. Comunque, senza costi aggiuntivi, erano a disposizione dei viaggiatori autobus navette ben segnalati che permettevano di raggiungere in una ventina di minuti la prima stazione agibile.
Per il ritorno notturno, invece, ci siamo affidati a un taxi prenotato in anticipo tramite Get Transfer.
Dove dormire a Parigi: il nostro appartamento nel Marais
Come per la vacanza in Corsica di quest’estate, anche per il soggiorno a Parigi abbiamo optato per un piccolo appartamento prenotato tramite AirBnB.
Situata nel quartiere Le Marais, questa casetta al terzo piano senza ascensore (mannaggia a me che non ho controllato) non brillava per pulizia ma era ben collegata alla rete metropolitana con diverse stazioni a pochi minuti a piedi, tra cui Châtelet–Les Halles.
Anche raggiungere l’Île de la Cité era questione di una breve passeggiata, senza contare che da sempre trovo il Marais una delle zone più suggestive della Ville Lumiere.
Come ogni volta, pernottare in appartamento ci ha permesso maggiore libertà e un risparmio su più fronti – sia per il prezzo del soggiorno in sé e per sé sia sui pasti: un paio di cene le abbiamo infatti preparate a casa con maccheroni Barilla e passata di pomodoro comprati al supermarket.
Il nostro itinerario rilassato a Parigi, a prova di bambino e donna incinta
Lasciate perdere le attrazioni principali, che già avevamo visto nelle precedenti visite alla città, e fatti i conti con la pioggia costante, abbiamo comunque cercato di vivere la magia di Parigi con calma e prendendoci numerose pause di ristoro.
Giorno 1: arrivo e passeggiata da Le Marais al Louvre, passando per il cantiere di Notre Dame
Compatibilmente con la posizione dell’appartamento, e visto anche il tempo in più speso per raggiungere il centro città a causa dei lavori sulla linea della RER-B, il nostro primo giorno ci ha visto passeggiare alla scoperta del quartiere Le Marais fino a Notre Dame de Paris, ora completamente cintata da un cantiere a seguito del rogo di qualche mese fa.
La merenda (un po’ commerciale ma dolcissima, è da dire) è stata a base di crêpes e gelato nel negozio Häagen-Dazs proprio accanto alla cattedrale.
Da qui, costeggiando la Senna, abbiamo raggiunto la Piramide del Louvre e quindi siamo tornati esausti a casa, desiderosi di una doccia e un po’ di riposo – mentre il resto della combriccola avrebbe girovagato ancora un po’, io, complice il peso del pancione da portarmi dietro, ero indiscutibilmente k.o.
Giorno 2: Disneyland Paris e cena di fronte al Centre Pompidou
Sveglia alle 8.00 e via, siamo pronti a raggiungere Disneyland Paris.
Metterò tra poco online il racconto completo della nostra esperienza al parco, per ora ti dirò, in breve, che è stata una bella esperienza da cui però mi aspettavo di più.
In parte ha influito senz’altro la scelta del giorno della visita, in cui l’affollamento era prevedibilmente molto elevato, con code lunghissime per qualsiasi attrazione, e senza’altro pioggia e vento hanno messo il carico da novanta, ma anche togliendo queste due sfavorevoli variabili la sensazione amara non si toglie dalla bocca.
Per il pranzo ci siamo attrezzati portando con noi una baguette farcita comprata in una boulangerie vicino a casa – e meno male, visti code e prezzi stratosferici.
Con il calare del buio e della temperatura abbiamo deciso di tornare a casa, lavarci, e uscire per una cena veloce in un cafè proprio di fronte al Centre Pompidou che offriva una vasta scelta di carni, qualche piatto francese (finalmente sono riuscita a provare la soupe a l’oignon!) e un ampio assortimento di cous cous e tajine marocchine.
Giorno 3: Montmartre e la crociera sulla Senna
Terzo e ultimo giorno a Parigi: nel programma non può mancare Montmartre, che visitiamo alla mattina.
Mi sarebbe molto piaciuto anche portare L. al Jardin de Luxembourg e al Musée des Arts Forains, un museo sulle giostre che sicuramente l’avrebbe incuriosito. Siccome però tutto è andato un po’ per le lunghe proprio a causa (o grazie) all’atteggiamento rilassato con cui abbiamo vissuto il viaggio, queste attività sono rimandate a una visita futura (chissà, magari la prossima volta scegliamo un periodo un po’ più mite per tornare).
Altra attività che trovo molto affascinante quando si è a Parigi è girovagare per i mercatini. Avevo segnato a margine della mia Lonely Planet il Marchè Bastille, aperto anche la domenica mattina, ma per lo stesso motivo di cui sopra mi sono vista costretta a posticipare la visita a data da destinarsi.
Ai piedi della collinetta più amata dagli artisti francesi, a pochi passi dalla stazione Abbesses della metropolitana, ci fermiamo a pranzare in un locale degnissimo di nota.
Si chiama Rozell Cafè, è piccolissimo e prepara le galettes e le crêpes più buone che abbia mai mangiato, tant’è che quando usciamo si è già formata coda all’ingresso.
Il menù della domenica comprende una galettes super complete (con prosciutto, formaggio, uova all’occhio di bue e funghi), una crêpe dolce a scelta (noi puntiamo su quella alla Nutella) e una bibita a 17 euro e qualche cosa.
Ci spostiamo fino al porto dei Bateaux Mouche, aspettiamo spiova davanti a un caffè in un bar turisticissimo, e verso le 15 ci imbarchiamo su un battello per la crociera sulla Senna che abbiamo prenotato in anticipo da casa.
Il giro dura poco più di un’ora e permette di ammirare molte delle principali attrazioni di Parigi dal suo fiume.
A me è piaciuto particolarmente osservare le persone sul lungosenna, intente a passeggiare, fotografare, scambiarsi effusioni e in generale prese dalle attività più diverse: parigini che occupano la loro domenica sul fiume, e per un po’ ho immaginato di vivere qui come loro, spendendo le domeniche pomeriggio a zonzo per la Ville Lumiere.
Ceniamo a casa e andiamo a letto presto: domani la sveglia suonerà ben prima dell’alba per condurci in aeroporto e da qui, nel giro di poche ore, di nuovo nel cuore della nostra un po’ meno romantica – ma sempre apprezzata – Brianza.