Dal mio ex-blog Pannolini&Decollètè. Una delle tante lettere a mio figlio.
Nota per L., il mio bambino:
Amore mio, aspetta un po’ prima di leggere questa pagina. È sempre meglio imparare con le proprie ossa come ogni bacio sia un racconto unico che due persone scrivono rubandosi la penna.
E se cambia la persona, cambia anche la storia; ma quando la narrazione è così bella, gli innamorati ne bevono senza saziarsi ancora e ancora, e la sua musica accompagnerà le loro vite per sempre, dentro al bene e in fondo al male.
Ho voglia di un bacio. Ho voglia di ascoltare la nostra storia schiusa sulle labbra.
Il nostro bacio ha il profumo del miele e del limone, e pretende il tempo che si merita. È dolce-amaro come il caffè, quando lo bevi da una bocca non tua.
Il nostro bacio fa il rumore di una risata ubriaca di parole, lemmi sussurrati tra i capelli a passeggio nei sabati d’autunno.
Il nostro bacio ha il gusto della prima ciliegia di maggio, sa di primavera e di promesse e di gioia e di sole e di vita, e scioglie la lingua in favole di tutto e di niente.
Il nostro bacio parla di sere spese a ballare fino a bruciare i polmoni, ristorati dalla brina d’argento della luna. Racconta di due idioti così sciocchi da fare invidia al mondo, e di sere perse ad ascoltare dischi e a chiacchierare così tanto che le orecchie si stancherebbero, non si parlasse la lingua di Venere e Cupido.
Questo nostro bacio ha l’odore del sudore e delle perle, della rugiada che ti appartiene non essendo tua, e ha la forma delle trecce che il tuo papà faceva alla tua mamma prendendosi cura di lei e carezzandole le lacrime, per cullarla quando nervosa rientrava a casa stanca.
Di tutto questo parla il nostro bacio, ed è il bacio più bello del mondo, perché da quel bacio sei nato tu.